Chirurgica laparoscopica
Cos’è la video laparoscopia e quali malattie urologiche cura?
Ad inizio secolo, sir William Osler, uno dei fondatori della medicina moderna espresse una famosa teoria: “Diseases that harm require treatments that harm less”: le malattie che producono danni necessitano trattamenti che ne producano meno. Questa frase ha espresso il principio di mini invasività’, ricercando trattamenti sempre più tollerabili dal paziente.
La videolaparoscopia ha l’obiettivo di raggiungere i risultati della chirurgia tradizionale attraverso accessi mininvasivi nella cavità addominale, riducendo quindi l’invasività dell’atto chirurgico e migliorando il recupero funzionale ed estetico oltre a ridurre il dolore post-operatorio.
Il primo intervento laparoscopico risale al 1987, anno in cui è stata eseguita in Francia la prima colecistectomia videolaparoscopica sull’uomo.
La chirurgia laparoscopica è un approccio chirurgico che permette di ispezionare la cavità addominale, senza praticare grandi incisioni nella cute. Questa tecnica è stata una vera e propria rivoluzione chirurgica negli ultimi decenni e nota come chirurgia minimamente invasiva, poiché riesce ad ottenere ottimi risultati sulla cura delle malattie senza invalidanti, dolorose e deturpanti incisioni cutanee. Inoltre garantisce un decorso post-operatorio più rapido e tollerato dal paziente e una più rapida ripresa dell’attività lavorativa rispetto alla chirurgia convenzionale.
La tecnica chirurgica si avvale di piccoli accessi cutanei (dai 3 ai 10 mm), creati a livello della parete addominale nei i quali vengono inserite particolari guide (chiamati trocar) che permettono il passaggio degli strumenti chirurgici.
La telecamera posizionata in addome attraverso il trocar centrale, consente al chirurgo la visualizzazione del campo operatorio illuminato dalla stessa.
In condizioni normali gli organi contenuti nell’addome sono addossati l’uno all’altro e non permettono di eseguire le procedure chirurgiche: prima dell’introduzione degli strumenti, viene quindi creato il cosiddetto pneumoperitoneo tramite l’immissione all’interno dell’addome del gas CO2 (di elevata solubilità e inerzia). Il gas permette la distensione dell’addome e la creazione dello spazio di manovra per proseguire la chirurgia. Vengono usati strumenti con calibro da 3 a 10 mm. Ciò permette alle cicatrici addominali per l’inserimento dei trocar di essere molto piccole e lasciare pochi segni estetici.
Possiamo quindi sintetizzare i grandi vantaggi della laparoscopia rispetto alla chirurgia tradizionale:
- minor dolore post operatorio in quanto le incisioni chirurgiche sono molto piccole e la ridotta apertura della parete addominale causa minor dolore nel periodo successivo all’intervento
- tempi di recupero post operatorio più rapidi con precoce mobilizzazione e ripresa delle attività sociali e lavorative
- ridotto sanguinamento durante l’operazione perchè la visione ingrandita sullo schermo consente una maggior precisione
- minor rischio di laparocele, infezioni di ferita chirurgica e aderenze viscerali post-operatorie.
Perché viene praticata in urologia?
La chirurgia videolaparoscopica è una tecnica mini-invasiva molto impiegata come procedura diagnostica o terapeutica in diverse specialità della medicina e della chirurgia.
Uno dei campi dove viene maggiormente utilizzato è l’urologia.
In particolare, essa viene utilizzata nel trattamento chirurgico di numerose malattie tumorali urologiche in accordo alle linee guida delle società scientifiche:
- tumore della pelvi renale ed uretere
- tumore prostatico
- tumore vescicale
- tumore renale
La laparoscopia è divenuta il trattamento di prima scelta in numerose malattie urologiche anche non tumorali come:
- trattamento chirurgico delle malformazioni congenite urologiche come le stenosi giunto pielo ureterale
- trattamento chirurgico di calcoli renali ed ureterali
- trattamento dell’ingrossamento prostatico benigno come la enucleazione laparoscopica prostatica
- trattamento chirurgico dell’incontinenza urinaria come la colpo sacropessi laparoscopica.
- trattamento chirurgico delle formazioni renali benigne come la marsupializzazione di cisti prostatiche renali.
Inoltre, come procedimento chirurgico, la laparoscopia può essere una procedura diagnostica anche in urologia come nella ricerca dei testicoli endoaddominali. Il laparoscopio, è un piccolo strumento che contiene un sistema ottico molto sofisticato collegato ad una fonte luminosa. Grazie a questo strumento, lo specialista può osservare le strutture e identificare le possibili patologie tramite un’immagine che viene proiettata sullo schermo.
I progressi tecnologici hanno permesso di commercializzare strumentazioni con visioni notevolmente dettagliate (HD, 4K), tridimensionali, o di utilizzare speciali coloranti vascolari di notevole ausilio per il chirurgico.
Durante il procedimento, un laparoscopio viene introdotto nell’addome attraverso il primo accesso cutaneo (trocar ottico). La telecamera incorporata permette una immediata ispezione degli organi e di introdurre gli atri strumenti necessari all’intervento: pinze, bisturi o forbici o strumenti per la coagulazione. Il grande vantaggio permesso dalla introduzione del gas CO2 è dato dalla visibilità della cavità addominale in uno spazio più ampio.
I benefici della laparoscopia includono un recupero e un post-operatorio veloci, rispetto alla chirurgia convenzionale. Così, in molti casi, il paziente potrà essere dimesso il giorno successivo all’intervento e non avrà bisogno di eseguire cure specifiche, oltre all’assunzione di farmaci necessari per evitare i dolori del post-operatorio.