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Dott. Danilo Centrella | Specialista in Urologia e Andrologia

Patologie

Tumore del rene

 

Tumore renale (adenocarcinoma renale; carcinoma delle cellule renali)

Il carcinoma  renale è responsabile sino al 3% dei tumori nell’adulto ed è più frequente nell’uomo rispetto alla donna.

I fattori di rischio conosciuti sono di origine professionale o igienico sociale.

I soggetti fumatori  una probabilità doppia di sviluppare un cancro  renale rispetto ai non fumatori. Inoltre l’esposizione a sostanze chimiche tossiche come  amianto, cadmio, coloranti chimici  e prodotti del petrolio puo’ determinare l’insorgenza della malattia Altro importante fattore di rischio è obesità, per l’incremento della produzione di estrogeni del tessuto adiposo.

La maggior parte dei tumori renali è maligna (carcinomi) e interessa il paziente adulto. Il tumore di Wilms, malattia di alta aggressivita’,  si manifesta nei bambini.

 

Quali sono i sintomi del tumore renale?

 

I reni sono due organi alloggiati a livello lombare posteriore ed avvolti da tessuto adiposo. La malattia tumorale quindi puo’ aumentare di dimensioni senza dare alcun sintomo. Molto spesso infatti, grazie al progresso delle tecniche diagnostiche, la malattia viene diagnosticata casualmente in esami di controllo eseguiti per altri motivi.

I sintomi potrebbero non presentarsi fino alla diffusione avanzata del carcinoma e alla presenza di metastasi.

La microematuria, cioè  la comparsa di sangue nelle urine  talmente modesta da poter essere rilevata solo al microscopio, è il sintomo piu’ comune della malattia. In rari casi invece, l’urina può essere visibilmente rossa. L’ematuria macroscopica (sangue rosso nelle urine) può essere il segno di un tumore transazionale delle alte vie urinarie. La malattia infatti origina dai tessuti delle vie urinarie, nei calici o nella pelvie renale.

Ulteriori sintomi aspecifici possono esser  il dolore al fianco, la febbre e la perdita di peso. Molto raramente, durante la visita il medico sente una massa o un ingrossamento a livello dell’addome.

La malattia puo’ essere evidenziata da incremento aspecifico degli esami ematici. Può essere presente all’esame del sangue un  aumento dei globuli rossi (policitemia), a causa di aumento di eritropoietina (l’ormone prodotto dal tumore) che stimola il midollo osseo. L’aumento dei globuli rossi può causare  mal di testa, debolezza, disturbi della vista e vertigini. Può essere presente un aumento di calcio nel sangue con  debolezza, affaticamento e stipsi.

 

Come viene fatta la diagnosi?

 

Il progresso tecnologico e l’incremento degli esami diagnostici ha permesso di diagnosticare precocemente la malattia . La maggior parte dei tumori del rene viene scoperta per caso eseguendo una TAC  o un’ecografia per indagare un altro problema, come la calcolosi renale. Se il medico sospetta la presenza di un tumore del rene vengono effettuate ecografia addominale e successivamente TC o risonanza magnetica (MRI).

Come è la prognosi della malattia?

Il tasso di sopravvivenza a 5 anni nelle persone affette da tumore di confinato al rene è superiore al 90%, confermano una ottima prognosi. I tumori diffuso oltre al rene e metastatici  hanno una prognosi  più infausta.

 

Come viene trattato il tumore?

 

Quando il tumore non si è diffuso oltre il rene, l’asportazione della malattia comporta una alta  possibilità di guarigione. Nella malattia di piccole dimensioni puo’ essere asportato  solo il tumore (enucleazione), il tumore e  una parte del tessuto sano adiacente (enucleo resezione), risparmiando il resto del rene. L’avvento della chirurgia mini invasiva (laparoscopia e robotica) ha permesso una evoluzione delle tecniche chirurgiche con il completo risparmio del tessuto sano, preservando la funzione di filtrazione del rene (chirurgia “nefron sparing”). Sono tutt’ora  studio alcuni mezzi non chirurgici di eliminazione delle cellule tumorali tramite il congelamento delle cellule (crioterapia) o le micro onde che aumentano la temperatura (radiofrequenza), evitando di intervenire chirurgicamente. Queste opzioni prevedono una biopsia di conferma della malattia.

Se il tumore si è diffuso alla vena renale o alla vena cava principale, senza metastasi  linfonodi o ad altri organi, l’intervento chirurgico è sempre considerato la prima scelta di terapia.

Nel tumore metastatico, è possibile utilizzare altri trattamenti, che però solo raramente sono definitivi e quindi considerati palliativi. Il trattamento mediante stimolazione del sistema immunitario , stimola  la riduzione del tumore e può prolungare la sopravvivenza (Immunoterapia). Tali trattamenti, utilizzando diverse sostanze che  alterano le vie molecolari tumorali: interleuchina-2, interferone, sunitinib, sorafenib, cabozantinib,axitinib, bevacizumab, pazopanib, lenvatinib, temsirolimus ed everolimus.

 

Nuove immunoterapie dette inibitori del checkpoint hanno una importante azione tramite il blocco di una molecola sulle cellule tumorali chiamata PD-L1, consentendo al sistema immunitario del paziente di attaccare il tumore .